sabato 26 febbraio 2011

Se non ora quando? Le donne sannite dicono basta

da BMagazine.info

“Il 13 febbraio le donne di Benevento hanno scritto una bella e straordinaria pagina di democrazia” come afferma Floriana Fioretti che continua: "La voce delle donne è arrivata forte e chiara: vogliamo dire BASTA ad una cultura imperante nel nostro Paese che mercifica, vìola e calpesta le donne ed il loro corpo, ma BASTA anche alle discriminazioni sul lavoro, alle ingiustizie, alle prevaricazioni, alle occasioni negate. Noi crediamo invece che la partecipazione delle donne, la valorizzazione delle loro competenze,  devono, sempre più, essere elemento imprescindibile anche della modernizzazione del Paese per restituire dignità alle donne e al Paese stesso”. La manifestazione del 13 febbraio, Se non ora Quando? ha visto riuniti uomini e donne al di là dei propri schieramenti politici e il messaggio è stato accolto senza nessuna bandiera di partito, ma con tanta partecipazione, musica e slogan.
Molti gli interventi da parte di donne appartenenti a tutti i ceti sociali, che rivendicavano una maggiore integrazione della donna stessa nel mondo della politica e non, e la manifestazione stessa, secondo le parole di Floriana Fioretti  “ci ha trasmesso due grandi messaggi: una grande passione civile e democratica del movimento delle donne  e una forte domanda di cambiamento politico alla guida del Paese”.

Tra un intervento e l’altro, però, due momenti hanno suscitato disappunto nell’animo delle protestanti. Il sindaco che era stato ospitato per un saluto, è stato poi invitato ad andarsene perché dopo un breve intervento, secondo le manifestati, “ha iniziato un comizio elettorale”. L’altro momento di forte criticità,  ma che fortunatamente si è risolto subito, si è verificato quando un signore del pubblico, ha accolto in malo modo l’intervento di una ragazza a favore delle vere donne, “che non sono certo quelle che frequenta il nostro presidente del consiglio Berlusconi”. La manifestazione, però, non si è solo soffermata sull’attuale condizione della donna, “ancora troppo poco riconosciuta e sfruttata”, ma anche sulle vicende dell’ultimo periodo che vedono coinvolto Berlusconi. “E' intollerabile che il ruolo e l'immagine stessa della donna venga proposta come strumento di compiacimento maschile, merce ed oggetto di scambio di favori sessuali. Stiamo vivendo in un degrado etico e morale che ormai ha permeato il nostro quotidiano” continua Floriana.

Gli interventi sono stati molteplici e tra quelli degli studenti universitari, quelli delle donne, e quelli degli uomini è apparso un acronimo che, sillabando le lettere del cognome del presidente del Consiglio, definiva Berlusconi bugiardo, enfatico, reprobo, laido, unto, sconcio, corruttore, omertoso, nano e indecente, ovvero, come dalle parole della manifestante che ha mostrato poi il suo slogan alla piazza, “nel suo nome era già scritto quello che poi in questo periodo sta venendo a galla. Essere donna oggi vuol dire combattere contro la precarietà generalizzata, la mancanza della possibilità di scegliere in base ai propri desideri, di poter fare carriera in funzione delle proprie capacità, di essere nelle istituzioni grazie alle rispettive competenze e contro gli stereotipi convenzionali che relegano la donna ad uno strato inferiore rispetto l’uomo.

La poca rappresentatività femminile all'interno delle istituzioni e lo scarso numero di norme che le tutelano negli ambienti di lavoro o nella vita quotidiana costituiscono delle problematiche che non sono dissimili dalle gravi ripercussioni sociali generate da una crisi finanziaria delle banche che si è riflessa drammaticamente sugli anelli più deboli della società”. Questo è il messaggio che hanno voluto lanciare le manifestanti che vedono ancora troppa poca partecipazione femminile nel mondo della politica, “basti pensare che nella nostra realtà molte sono le donne sfruttate che a parità di qualifiche e doveri non hanno uguale parità salariale e meriti” rispetto agli uomini, “Se non ora quando?, non si fermerà qui, non resterà soltanto un grido di indignazione ma andremo avanti  per difendere il nostro valore e la nostra libertà di donne” conclude Floriana.

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