sabato 5 marzo 2011

"Rimettiamo al mondo l'Italia" Domenica 6 marzo ore 18 Benevento

Ci siamo ritrovati in centinaia, donne e uomini, il 13 febbraio scorso, per manifestare tutta la nostra indignazione nei confronti di un sistema economico, politico e sociale che non consente alla donna di esprimersi e realizzare compiutamente tutto il suo valore.
E' stato il primo passo...dal giorno dopo è cominciato il nostro cammino comune verso la realizzazione della parità tra i sessi in politica, in economia, nella società, in tutti i luoghi dove si decide.

Domenica 6 marzo alle 18.00 ci incontreremo, ancora una volta nella stessa piazza, per segnare la seconda importante tappa di questo nostro cammino comune.

Donne ed uomini manifesteranno la propria volontà di “rimettere al mondo l’Italia” e di cominciare a farlo dando un nuovo valore alla celebrazione della Festa della donna.
Attraverso il contributo artistico di allievi ed allieve della Compagnia Teatrale SOLOT, attraverso testimonianze di lavoratori e lavoratrici, di madri e di padri, di insegnanti e di alunni, di gente comune e di tutti coloro che vorranno intervenire, esprimeremo tutta la nostra volontà di rimettere al mondo l’Italia!


Domenica 6 marzo ore 18.00 Piazza Federico Torre Benevento

“Rimettiamo al mondo l’Italia…se non ora, quando?”




SeNonOraQuando13febbraio2011.wordpress.com
LaRepubblica.it
BCRMagazine.it

venerdì 4 marzo 2011

AAA cercasi...nel nuovo brano di Carmen Consoli una tripla provocazione: un colpo ironico per rappresentare la realtà mediatica che ci circonda ma che "non dovrebbe rappresentarci".

La cantantessa zitta non ci sa stare. Non ci vuole stare, non ci può stare. Silenziosa, in mostra, in attesa, in vendita. Carmen Consoli quando sta scomoda diventa irrequieta. Lo fa da sempre e da sempre cambia pelle, si muove tra le note, cambia chitarre e arrangiamenti, graffia, scrive testi per se stessa poi produce dischi di pastori siciliani in estinzione. Come quello di Alfio Antico, uno dei tamburellisti che ha rivoluzionato la tecnica della 'tammorra' e che lei presenterà il 31 marzo a Roma. Carmen Consoli è femmina ribelle, fastidiosa e irruenta. Ma sorride spesso, lo fa con decisione.
Parla veloce e si risponde. E' un ritornello che hanno in mente tanti ormai. Perché le vere vittime del bombardamento mediatico, che nel video è rappresentato dalla casalinga che si ingozza, "siamo tutti noi col telecomando in mano, nessuno escluso". E mettere un telefonino nel cassetto non basta più. "Chi non ha peccato scagli la prima pietra dice la chiesa in difesa di Berlusconi, già, e chi non ha peccato? Ecco, questa è la nostra Italia, a 13 anni faranno l'età maggiorenne e i settantenni saranno legittimati. Amen. Benvenuti nel futuro", continua Carmen. "La bulimia mediatica, la casalinga che occlude lo schermo con quello che mangia senza fare distinzione tra dolce e salato, è esattamente ciò che ci succede. Il problema è che non scegliamo più, mangiamo tutte le schifezze. Così nel video mi riempio di cose fritte e cremose. Quell'altro tipo di nutrimento ora non ce l'abbiamo più, non scegliamo più. Altro che Wwf, la cultura è rara, e la coscienza popolare si raggiunge solo con la cultura, altrimenti siamo tutti ignoranti", fa una pausa, prende fiato. E diventa un animale in attesa di attaccare ancora.
"Mi scoccio", dice quando la raggiungiamo al telefono. "Dei telefoni dico, mi sono spaventata quando ho letto tutto quello che sta succedendo, non mi va più di parlare al cellulare. E' pericoloso". Brivido, che anche l'anarchica Carmen sia spaventata dalle intercettazioni? "Ma quali intercettazioni!", dice con un accento marcatamente catanese che segna la zeta come zorro e doppia la 'o' trasformandola in una bocca spalancata. "Sono le onde che arrivano al cervello a farmi paura. Fanno danni, ormai si sa. Ma la gente continua a usarli, e poi magari mangia vegano. Io ora il mio telefono lo uso il meno possibile. Come si faceva un tempo". Pesa le sue parole in un attimo di silenzio, ascolta le onde malefiche e si scalda. "Ma sì. Salvo i messaggi, e pure Skype".

Nel video del nuovo singolo AAA Cercasi Carmen Consoli si trasforma in tre donne. Le tre A. Più una quarta che è la spettatrice. Casalinga, affascinante bulimica culturale se di cultura televisiva si potesse ancora parlare. Le tre A sono ammiccanti, provocanti, sorridenti. Sono formose e belle. Vendute nel momento in cui si sono messe in vendita, a saldi per diventare giornaliste, modelle, politiche. Prezzi scontati, tanto vale saltare passi e studi. Nel video Carmen Consoli ride e strizza gli occhi alle tre scimmiette, si infila dita in bocca e, nella sottoveste della spettatrice casalinga, mangia tutto quello che trova davanti senza sentirne il sapore. E' lontana mille anni luce da ognuna di queste donne, per questo le ha interpretate. La vera Carmen Consoli respira nelle parole del testo. "Cercasi badante, un ottantenne miliardario affascinante, offre a cagne di strada un'opportunità di vita più agiata, donna impenitente e ladra (AAA cercasi), donna santa e incesurata, deceduta il giorno prima basta che sia bona, come baceresti se dovessi fare cinema scena prima ciak motore azione poi si gira o forse ti interessa la politica".

"Questo pezzo l'ho scritto dopo lo scandalo di 'papi', ma in realtà non era dedicato al nostro presidente del Consiglio, anche perché lui non deve fare parte della mia vita", racconta. E il premier resta fuori né più né meno di un telefonino. "Mi ero ispirata invece alla storia di imprenditore che ricattava i politici e organizzava 'cena e coperta', escort, era lo scandalo di Arzignano Veneto. Poi ovviamente ho esteso il senso, anzi si è esteso da solo, automaticamente", racconta. E i puntini degli scandali si uniscono da soli come mercurio di un termometro rotto.

"Quello che mi preoccupa e che mi ispira è l'impoverimento che stiamo affrontando nel nostro Paese. Il fatto che adesso la priorità delle nostre figlie sia fare le puttane, perché in italia non conviene più laurearsi, la cultura è bistrattata. Dicono tutti così no? Peccato che da noi i più grandi eroi dell'antimafia, Peppino Impastato per esempio, ci hanno insegnato che la cultura è la sola arma in grado di salvarci dalla mafia". Carmen Consoli non ha voglia di scherzare. Lo fa con garbo ma smette di colpo, all'improvviso diventa aria gelida. "E la cosa che mi fa più arrabbiare è pensare che oggi è meglio avere la quarta perché l'intelligenza non è più una cosa di cui vantarsi. I testi delle canzoni nascono veloci, arrivano come slogan. Se sei carina fai strada, se sei un cesso...". Poi cerca spiegazioni. "Il problema sono i genitori? Il vuoto assoluto di valori?".

"E allora questo è il momento in cui bisogna alzare la voce, se non ora quando? Mi piace molto lo slogan usato per la manifestazione delle donne", dice Carmen che da qualche mese è stata nominata ambasciatrice dell'associazione nazionale delle volontarie di Telefono Rosa. E' stata anche premiata per il testo e l'interpretazione di Mio zio (nell'album Elettra), storia di un abuso su una bambina e già vincitore del Premio Amnesty Italia 2010. "E' stata un'esperienza incredibile - racconta - sono andata in questa casa, c'erano tutte le signore dell'associazione e sono rimasta colpita dal dialogo con loro, dalle voci, dai volti, dalla forza. Mi hanno fatto vedere le terribili statistiche di violenza sulle donne e io ho raccontato la mia visione del potere dell'istruzione, che considero l'unico strumento per educare e costruire una scala di valori che abbia al primo posto una morale sana".

E' tutto legato. "Sì, se la donna non tirasse fuori la sua 'scimunitaggine' l'uomo non tirerebbe fuori la sua animalità. Ma che vuol dire, legittimiamo tutto? Invece no. Invece ci vogliono movimenti di uomini, perché anche loro devono uscire fuori a dire che non si sentono rappresentati dal bunga bunga. Ci sono stati sempre uomini di grande valore e di grande esempio. I padri, i fratelli. Tirassero fuori la voce anche loro che alla fine sono i primi a non fare una bella figura. Il video è stato girato dal regista romano Paolo Scarfò. Uomo", prosegue. E la musica, è ancora un urlo potente? "Può esserlo. E' il mercato discografico a essere in crisi, non la musica. Io spero che la crisi del disco possa fare emergere tanta più musica dal sottosuolo. Ci credo, ci spero, e vado avanti", conclude la cantantessa irrequieta. Poi lancia il telefono lontano, e manda via col vento le onde pericolose rimaste a galleggiare nel vuoto.

L'Associazione Sinistra Unita di Telese Terme ci propone un'idea interessante: colorare di rosa la toponomastica delle nostre città!

L' Associazione Sinistra Unita/Fabbrica di Nichi di Telese Terme (BN) ci ha scritto segnalandoci questa interessante iniziativa:

L' Associazione Sinistra Unita/Fabbrica di Nichi di Telese Terme (BN) ha aderito alla manifestazione “Se non ora quando” indetta per il 13 febbraio a Benevento, come in molte città italiane, per difendere la dignità e il valore della donna in seguito agli ultimi avvenimenti che vedono coinvolto il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Un appello trasversale all'indignazione che anche noi, cittadine e cittadini di Telese vogliamo accogliere in questo momento di rinascita morale e civile del nostro Comune. 
Infatti per l’occasione abbiamo anche chiesto al nostro Sindaco di individuare una “quota rosa” nella toponomastica di Telese Terme ed intitolare, per tutto il prossimo anno, almeno l’80% di strade, piazze, istituti, a donne italiane, straniere, telesine delle quali sia importante mantenere memoria coinvolgendo anche i/le cittadini/e nella scelta dei nomi.

E' una proposta molto bella, rivolta alla memoria delle donne che, ognuna nel proprio campo, ha contribuito all crescita del propio paese. Discutiamone, qui e nel  nostro gruppo Facebook

sabato 26 febbraio 2011

Nel solco del 13 febbraio, nasce a Benevento il Comitato Provinciale "Se non ora quando"

La manifestazione “Se non ora quando” del 13 febbraio scorso ha coinvolto e visto protagonisti centinaia di migliaia di donne ed uomini in 250 piazze d’Italia ed anche all’estero.
Come in ciascuna di queste piazze, anche a Benevento la manifestazione del 13 non è stata un punto di arrivo bensì un punto di partenza e, dopo l’entusiasmo e la gioia di quel giorno, queste donne e questi uomini hanno deciso, anche a Benevento, di non disperdere bensì di valorizzare le energie che sono state straordinariamente espresse il 13 febbraio.

Ecco quindi che l’onda spontanea si trasforma in comitati permanenti in moltissime città d’Italia.
Anche a Benevento è nato il Comitato Provinciale “se non ora quando”  con lo scopo principale di lavorare sul territorio per contribuire a cambiare culture e politiche e ad abbattere vecchi steccati e divisioni in tema di dignità e parità di genere.
Il Comitato Provinciale “se non ora quando” di Benevento, pertanto, manifesta la propria soddisfazione per l’accoglimento delle istanze sottoposte al Prefetto di Benevento, Michele Mazza, da Annamaria Mollica relativamente al rispetto delle pari opportunità fra uomini e donne nella composizione del CdA della partecipata AMTS di Benevento, come previsto dall’art. 6 bis dello Statuto Comunale, esprimendo, altresì, il proprio compiacimento per la correttezza e la sensibilità istituzionale manifestata dal Prefetto stesso.

Nel contempo, rinnova il suo più ampio sostegno ad Annamaria Mollica, con la quale condividerà questa ed altre iniziative volte a far sì che la parità di genere non rimanga una formula vuota, contemplata solo nei pezzi di carta, ma diventi concretezza di un vivere politico e sociale civile.
A partire dal 13 febbraio La società civile, l’economia, la politica dovranno cominciare a fare i conti con le donne e con l’affermazione dei loro diritti. Il 13 febbraio è cominciato il secondo tempo di una partita giocata fino ad oggi solo dal genere maschile: il tempo delle donne, che chiedono di condurre insieme agli uomini il gioco della democrazia duale.

Bella Benevento, per una volta non dormiente ma seriamente coinvolta a difesa della dignità delle donne!


“Brava Benevento, una presenza popolare, quella di stasera in Piazza Federico Torre, come forse non l’avevo mai vista durante i miei anni di impegno sociale e politico…bella Benevento, per una volta non dormiente ma seriamente coinvolta, in prima persona, nel grande sentimento di indignazione che aleggia in tutto il paese, indignazione e sdegno nei confronti di un sistema economico, politico e sociale che non consente alla donna di esprimere in toto e realizzare compiutamente tutto il suo valore.
Brava e bella Benevento, forse solo un po’ troppo intenta a sottolineare, in alcuni momenti della manifestazione, la necessità di “rimuovere” la causa attuale di questa mancata valorizzazione delle donne, ovvero il Cavaliere delle italiane, piuttosto che a sottolineare quali sono i mezzi che le donne hanno per imporsi nei luoghi in cui si decide.
Ecco perché voglio riprendere le parole dl mio intervento, quelle di Danila De Lucia e quelle di Anna Maria Mollica per sottolineare come sia ormai non più solo necessario ma indispensabile impegnarci tutti, uomini e donne, perché sempre maggiore sia la presenza delle donne nei luoghi dove si decide, nei luoghi della politica e dell’economia soprattutto, luoghi in cui la cultura maschilista trova la sua massima espressione.
Il corpo delle donne, dunque, deve, come ha ben detto Anna Maria, diventare corpo elettorale, difendendo con le unghie e coi denti non le quote rosa ma piuttosto quella che io definisco democrazia duale cioè la democrazia fondata sulla consapevolezza dell’esistenza dei due generi come pre-condizione dell’uguaglianza e fondamento di una democrazia compiuta.
L’invito di Rete Rose Rosse Campania, dunque, è di non farci scappare l’opportunità offerta dalla prossima competizione elettorale di maggio a Benevento e in tanti comuni sanniti e di impegnarci tutti, uomini e donne, sia in fase di costituzione delle liste sia al momento del voto, per mettere in pratica una democrazia realmente compiuta e partecipata”.

Le donne sono un valore: "Siamo indignati e diciamo basta"! Le associazioni in piazza per rivendicare diritti e giustizia sociale


L@P, Brigate solidarietà attiva, Cas, Cau, Cip sanniti ricordano che “il 13 Febbraio in molte città italiane si manifesterà per difendere la dignità e il valore della donna in seguito agli ultimi avvenimenti che vedono coinvolto il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi”. L'appello lanciato una settimana fa dai precari della scuola e dalle brigate della solidarietà attiva dal titolo "Siamo indignati e diciamo basta" ed organizzato dalle stesse associazioni in Piazza Federico Torre a Benevento a partire dalle ore 17:00 ha ricevuto l'adesione di diverse associazioni e comitati tra cui spiccano Rete delle rose Rosse, Collettivo autonomo studentesco, Collettivo autonomo Universitario, Comitato ex lavoratori dei consorzi in lotta e di partiti tra cui le donne del PD che oggi hanno lanciato un proprio appello dal titolo " se non ora basta" e la Federazione della Sinistra e il sindacato confederale Cgil.
Saranno presenti numerosi artisti ed esponenti  mondo culturale e giornalistico  tra cui Peppe Fonzo , Nicola Sguera, Elide Apice  e Danila De Lucia, che quella sera si cimenteranno nella lettura di brani in cui il tema femminile ed il lavoro siano centrali. “Saremo in piazza determinati a esprimere la nostra rabbia contro un Governo che ha leso il diritto alla vita dignitosa, che rende sempre più precarie le nostre vite. - sai legge in una nota - Saremo in piazza per dire no al modello Marchionne, che vogliono estendere a tutto il mondo del lavoro a forza di biechi ricatti escogitati per indebolire ancor più i deboli e rafforzare a dismisura i poteri forti.
Il 13 Febbraio dunque scendiamo in piazza rivendicando diritti e giustizia sociale, contro chi vuole negarci un futuro degno. Per dire no a questo Governo, per rivendicare la dignità sottratta non solo alle donne considerate come corpo e piacere, ma a tutti coloro che vengono umiliati da chi crede che tutto gli sia concesso in questo Paese.  Che la nostra indignazione si faccia sentire”.

Se non ora quando? Le donne sannite dicono basta

da BMagazine.info

“Il 13 febbraio le donne di Benevento hanno scritto una bella e straordinaria pagina di democrazia” come afferma Floriana Fioretti che continua: "La voce delle donne è arrivata forte e chiara: vogliamo dire BASTA ad una cultura imperante nel nostro Paese che mercifica, vìola e calpesta le donne ed il loro corpo, ma BASTA anche alle discriminazioni sul lavoro, alle ingiustizie, alle prevaricazioni, alle occasioni negate. Noi crediamo invece che la partecipazione delle donne, la valorizzazione delle loro competenze,  devono, sempre più, essere elemento imprescindibile anche della modernizzazione del Paese per restituire dignità alle donne e al Paese stesso”. La manifestazione del 13 febbraio, Se non ora Quando? ha visto riuniti uomini e donne al di là dei propri schieramenti politici e il messaggio è stato accolto senza nessuna bandiera di partito, ma con tanta partecipazione, musica e slogan.
Molti gli interventi da parte di donne appartenenti a tutti i ceti sociali, che rivendicavano una maggiore integrazione della donna stessa nel mondo della politica e non, e la manifestazione stessa, secondo le parole di Floriana Fioretti  “ci ha trasmesso due grandi messaggi: una grande passione civile e democratica del movimento delle donne  e una forte domanda di cambiamento politico alla guida del Paese”.

Tra un intervento e l’altro, però, due momenti hanno suscitato disappunto nell’animo delle protestanti. Il sindaco che era stato ospitato per un saluto, è stato poi invitato ad andarsene perché dopo un breve intervento, secondo le manifestati, “ha iniziato un comizio elettorale”. L’altro momento di forte criticità,  ma che fortunatamente si è risolto subito, si è verificato quando un signore del pubblico, ha accolto in malo modo l’intervento di una ragazza a favore delle vere donne, “che non sono certo quelle che frequenta il nostro presidente del consiglio Berlusconi”. La manifestazione, però, non si è solo soffermata sull’attuale condizione della donna, “ancora troppo poco riconosciuta e sfruttata”, ma anche sulle vicende dell’ultimo periodo che vedono coinvolto Berlusconi. “E' intollerabile che il ruolo e l'immagine stessa della donna venga proposta come strumento di compiacimento maschile, merce ed oggetto di scambio di favori sessuali. Stiamo vivendo in un degrado etico e morale che ormai ha permeato il nostro quotidiano” continua Floriana.

Gli interventi sono stati molteplici e tra quelli degli studenti universitari, quelli delle donne, e quelli degli uomini è apparso un acronimo che, sillabando le lettere del cognome del presidente del Consiglio, definiva Berlusconi bugiardo, enfatico, reprobo, laido, unto, sconcio, corruttore, omertoso, nano e indecente, ovvero, come dalle parole della manifestante che ha mostrato poi il suo slogan alla piazza, “nel suo nome era già scritto quello che poi in questo periodo sta venendo a galla. Essere donna oggi vuol dire combattere contro la precarietà generalizzata, la mancanza della possibilità di scegliere in base ai propri desideri, di poter fare carriera in funzione delle proprie capacità, di essere nelle istituzioni grazie alle rispettive competenze e contro gli stereotipi convenzionali che relegano la donna ad uno strato inferiore rispetto l’uomo.

La poca rappresentatività femminile all'interno delle istituzioni e lo scarso numero di norme che le tutelano negli ambienti di lavoro o nella vita quotidiana costituiscono delle problematiche che non sono dissimili dalle gravi ripercussioni sociali generate da una crisi finanziaria delle banche che si è riflessa drammaticamente sugli anelli più deboli della società”. Questo è il messaggio che hanno voluto lanciare le manifestanti che vedono ancora troppa poca partecipazione femminile nel mondo della politica, “basti pensare che nella nostra realtà molte sono le donne sfruttate che a parità di qualifiche e doveri non hanno uguale parità salariale e meriti” rispetto agli uomini, “Se non ora quando?, non si fermerà qui, non resterà soltanto un grido di indignazione ma andremo avanti  per difendere il nostro valore e la nostra libertà di donne” conclude Floriana.

Questa immagine del paese toglie dignità alle donne. E' tempo di reagire e "Se non ora, quando?". Così in piazza Torre la giornata di mobilitazione

La manifestazione a carattere nazionale, con degli agganci anche a livello internazionale, lanciata, tra le altre, dal direttore dell'Unità Concita De Gregorio e dalla regista Cristina Comencini, dal titolo "Se non ora quando?", si è svolta anche a Benevento in piazza Federico Torre. Ad essa hanno dato adesione larga parte dei partiti che compongono la coalizione di centrosinistra che correrà a maggio per il rinnovo del Consiglio comunale oltre ad Associazioni e movimenti come quello delle Precarie Insegnanti Sannite, della Rete delle Rose Rosse, mentre testimonianza alle loro colleghe è stata portata anche dai rappresentanti dei lavoratori dei Consorzi Rifiuti.
Molte le donne ad indossare un cartello con la scritta: Basta!
Ovviamente, al di là delle intenzioni iniziali, è stata essa una manifestazione contro il Governo e soprattutto contro Berlusconi e questo non ha fatto piacere a tutti tanto è vero che c'è stato un vivace battibecco quando qualcuno dal pubblico ha chiesto che si evitasse, proprio per non dare la possibilità agli avversari (in questo caso al centrodestra, è evidente) di dire che era la solita manifestazione contro il premer visto che, invece, essa era una manifestazione senza bandiere contro quella che viene definita una condizione di donna che lavora dentro e fuori casa, cancellata dalla ripetuta, indecente, ostentata rappresentazione delle donne come nudo oggetto di scambio sessuale, offerta da giornali, televisioni, pubblicità.
Le cose che le donne non vogliono mai più sopportare le ha lette Floriana Fioretti: Avere paura di uscire quando cala il buio, avere paura di uscire con il cane quando fuori non c'è nessuno; avere paura di un marito geloso; essere picchiata da un marito geloso; essere uccisa da un marito geloso; non poter indossare un abito corto sui mezzi pubblici; essere molestata in metropolitana; sentir dire che si è state molestate perché si indossava un abito corto; essere licenziata perché si vuole avere un figlio; non trovare lavoro perché si è brutte; non trovare lavoro perché si è troppo giovani; non trovare lavoro perché si è troppo vecchie; avere paura di non essere più accettata perché arrivano le rughe sul viso; essere presa in giro perché si piange davanti a un film; essere stuprata, molestata, insultata; vedere le donne rappresentate costantemente come veline o come escort; essere considerata intelligente, quindi pericolosa; essere considerata bella, quindi stupida.
Anna Maria Mollica ha parlato invece di quanti modi ci possono essere per dire basta alla cultura maschilista del berlusconismo della politica. Possiamo cominciare dalla legge, ha detto Mollica, che è dalla parte delle donne. Per questo motivo comincerò il mio basta leggendo i numeri vincenti della legge nella lotta contro l'esclusione delle donne dai luoghi della politica. E qui ha citato, oltre alle disposizioni contenute nella legge costituzionale del 2003, anche lo Statuto del Comune di Benevento relativamente alle nomine e designazioni dei rappresentanti del Comune presso enti, aziende, istituzioni. Una battaglia che, forse qualcuno ricorderà, Mollica ha portato avanti, assieme a Cinquegrani, facendo condannare per due volte il Comune dinanzi al Tar e costringendo poi il sindaco Fausto Pepe a nominare un assessore donna.
Nel corso della manifestazione ha anche preso la parola il sindaco di Benevento Fausto Pepe il quale ha affermato che effettivamente la politica è evidentemente distratta da altre precarietà. Viviamo una condizione del Paese molto particolare con una politica spaccata e molto autoreferenziale e con una parte del territorio nazionale mortificato, il Sud.
Con questo Federalismo, ha proseguito Pepe, già nel 2011 si faranno sentire i tagli ai bilanci comunali. Bisogna testimoniare grande attenzione e dire no a vicende nazionali come la sussistenza dei Comuni.
Il sindaco per proseguire il suo intervento quando è stato interrotto vivacemente da alcune donne che gli hanno chiesto a viva voce di interrompere perché quello non era il luogo dove fare comizi. Lì si parlava d'altro.
Pepe, non si è scomposto più di tanto e seppur zittito, è andato avanti con un'altra frase o due e ha poi subito chiuso.
Nel corso dell'intera serata, dopo un minuto di silenzio osservato allacciandosi ad analoga atteggiamento posto in essere nella edizione romana, hanno preso la parola: Daniela Basile, Elvira Santaniello, Fiore Ranauro, Antonella Milano, Elide Apice, Rossella Del Prete, Floriana Fioretti, Brunella Severino, Annamaria Mollica, Rito Martignetti, Emi Martignetti, Teresa Sorice, Adele De Mercurio, Maria Elena Napodano, Anita Biondi, Danila De Lucia, Mena Laudato, Rita Marinaro, Angela Iacobucci, Nicola Sguera, Rita Tancredi, Anna Chiara Palmieri, Graziella Gaudiello, Tiziana Maio, Peppe Fonzo e poi Milena, Federica, Daniela, Alessia, Biancamaria, il Collettivo Autonomo Studentesco Univesitario e Studenti Medi, e poi interventi del pubblico.
Tra i politici ed amministratori presenti abbiamo notato Stanislao Lucarelli, Mino Mortaruolo, Gianluca Aceto, Nicola Danilo De Luca, Costantino Boffa e Carmine Nardone.


Fonte: Gazzetta di Benevento

venerdì 25 febbraio 2011

APPELLO ALLA MOBILITAZIONE DELLE DONNE ITALIANE DOMENICA 13 FEBBRAIO 2011

In Italia la maggioranza delle donne lavora fuori o dentro casa, crea ricchezza, cerca un lavoro (e una su due non ci riesce), studia, si sacrifica per affermarsi nella professione che si è scelta, si prende cura delle relazioni affettive e familiari, occupandosi di figli, mariti, genitori anziani.
Tante sono impegnate nella vita pubblica, in tutti i partiti, nei sindacati, nelle imprese, nelle associazioni e nel volontariato allo scopo di rendere più civile, più ricca e accogliente la società in cui vivono. Hanno considerazione e rispetto di sé, della libertà e della dignità femminile ottenute con il contributo di tante generazioni di donne che – va ricordato nel 150esimo dell’unità d’Italia – hanno costruito la nazione democratica.
Questa ricca e varia esperienza di vita è cancellata dalla ripetuta, indecente, ostentata rappresentazione delle donne come nudo oggetto di scambio sessuale, offerta da giornali, televisioni, pubblicità. E ciò non è più tollerabile.
Una cultura diffusa propone alle giovani generazioni di raggiungere mete scintillanti e facili guadagni offrendo bellezza e intelligenza al potente di turno, disposto a sua volta a scambiarle con risorse e ruoli pubblici.
Questa mentalità e i comportamenti che ne derivano stanno inquinando la convivenza sociale e l’immagine in cui dovrebbe rispecchiarsi la coscienza civile, etica e religiosa della nazione.
Così, senza quasi rendercene conto, abbiamo superato la soglia della decenza.
Il modello di relazione tra donne e uomini, ostentato da una delle massime cariche dello Stato, incide profondamente negli stili di vita e nella cultura nazionale, legittimando comportamenti lesivi della dignità delle donne e delle istituzioni.
Chi vuole continuare a tacere, sostenere, giustificare, ridurre a vicende private il presente stato di cose, lo faccia assumendosene la pesante responsabilità, anche di fronte alla comunità internazionale.
Noi chiediamo a tutte le donne, senza alcuna distinzione, di difendere il valore della loro, della nostra dignità e diciamo agli uomini: se non ora, quando? è il tempo di dimostrare amicizia verso le donne.

"Se non ora quando?". La mobilitazione delle donne anche a Benevento

Qui il video di Ntr24 sulla manifestazione del 13 febbraio 2011 a Piazza Federico Torre