sabato 5 marzo 2011

"Rimettiamo al mondo l'Italia" Domenica 6 marzo ore 18 Benevento

Ci siamo ritrovati in centinaia, donne e uomini, il 13 febbraio scorso, per manifestare tutta la nostra indignazione nei confronti di un sistema economico, politico e sociale che non consente alla donna di esprimersi e realizzare compiutamente tutto il suo valore.
E' stato il primo passo...dal giorno dopo è cominciato il nostro cammino comune verso la realizzazione della parità tra i sessi in politica, in economia, nella società, in tutti i luoghi dove si decide.

Domenica 6 marzo alle 18.00 ci incontreremo, ancora una volta nella stessa piazza, per segnare la seconda importante tappa di questo nostro cammino comune.

Donne ed uomini manifesteranno la propria volontà di “rimettere al mondo l’Italia” e di cominciare a farlo dando un nuovo valore alla celebrazione della Festa della donna.
Attraverso il contributo artistico di allievi ed allieve della Compagnia Teatrale SOLOT, attraverso testimonianze di lavoratori e lavoratrici, di madri e di padri, di insegnanti e di alunni, di gente comune e di tutti coloro che vorranno intervenire, esprimeremo tutta la nostra volontà di rimettere al mondo l’Italia!


Domenica 6 marzo ore 18.00 Piazza Federico Torre Benevento

“Rimettiamo al mondo l’Italia…se non ora, quando?”




SeNonOraQuando13febbraio2011.wordpress.com
LaRepubblica.it
BCRMagazine.it

venerdì 4 marzo 2011

AAA cercasi...nel nuovo brano di Carmen Consoli una tripla provocazione: un colpo ironico per rappresentare la realtà mediatica che ci circonda ma che "non dovrebbe rappresentarci".

La cantantessa zitta non ci sa stare. Non ci vuole stare, non ci può stare. Silenziosa, in mostra, in attesa, in vendita. Carmen Consoli quando sta scomoda diventa irrequieta. Lo fa da sempre e da sempre cambia pelle, si muove tra le note, cambia chitarre e arrangiamenti, graffia, scrive testi per se stessa poi produce dischi di pastori siciliani in estinzione. Come quello di Alfio Antico, uno dei tamburellisti che ha rivoluzionato la tecnica della 'tammorra' e che lei presenterà il 31 marzo a Roma. Carmen Consoli è femmina ribelle, fastidiosa e irruenta. Ma sorride spesso, lo fa con decisione.
Parla veloce e si risponde. E' un ritornello che hanno in mente tanti ormai. Perché le vere vittime del bombardamento mediatico, che nel video è rappresentato dalla casalinga che si ingozza, "siamo tutti noi col telecomando in mano, nessuno escluso". E mettere un telefonino nel cassetto non basta più. "Chi non ha peccato scagli la prima pietra dice la chiesa in difesa di Berlusconi, già, e chi non ha peccato? Ecco, questa è la nostra Italia, a 13 anni faranno l'età maggiorenne e i settantenni saranno legittimati. Amen. Benvenuti nel futuro", continua Carmen. "La bulimia mediatica, la casalinga che occlude lo schermo con quello che mangia senza fare distinzione tra dolce e salato, è esattamente ciò che ci succede. Il problema è che non scegliamo più, mangiamo tutte le schifezze. Così nel video mi riempio di cose fritte e cremose. Quell'altro tipo di nutrimento ora non ce l'abbiamo più, non scegliamo più. Altro che Wwf, la cultura è rara, e la coscienza popolare si raggiunge solo con la cultura, altrimenti siamo tutti ignoranti", fa una pausa, prende fiato. E diventa un animale in attesa di attaccare ancora.
"Mi scoccio", dice quando la raggiungiamo al telefono. "Dei telefoni dico, mi sono spaventata quando ho letto tutto quello che sta succedendo, non mi va più di parlare al cellulare. E' pericoloso". Brivido, che anche l'anarchica Carmen sia spaventata dalle intercettazioni? "Ma quali intercettazioni!", dice con un accento marcatamente catanese che segna la zeta come zorro e doppia la 'o' trasformandola in una bocca spalancata. "Sono le onde che arrivano al cervello a farmi paura. Fanno danni, ormai si sa. Ma la gente continua a usarli, e poi magari mangia vegano. Io ora il mio telefono lo uso il meno possibile. Come si faceva un tempo". Pesa le sue parole in un attimo di silenzio, ascolta le onde malefiche e si scalda. "Ma sì. Salvo i messaggi, e pure Skype".

Nel video del nuovo singolo AAA Cercasi Carmen Consoli si trasforma in tre donne. Le tre A. Più una quarta che è la spettatrice. Casalinga, affascinante bulimica culturale se di cultura televisiva si potesse ancora parlare. Le tre A sono ammiccanti, provocanti, sorridenti. Sono formose e belle. Vendute nel momento in cui si sono messe in vendita, a saldi per diventare giornaliste, modelle, politiche. Prezzi scontati, tanto vale saltare passi e studi. Nel video Carmen Consoli ride e strizza gli occhi alle tre scimmiette, si infila dita in bocca e, nella sottoveste della spettatrice casalinga, mangia tutto quello che trova davanti senza sentirne il sapore. E' lontana mille anni luce da ognuna di queste donne, per questo le ha interpretate. La vera Carmen Consoli respira nelle parole del testo. "Cercasi badante, un ottantenne miliardario affascinante, offre a cagne di strada un'opportunità di vita più agiata, donna impenitente e ladra (AAA cercasi), donna santa e incesurata, deceduta il giorno prima basta che sia bona, come baceresti se dovessi fare cinema scena prima ciak motore azione poi si gira o forse ti interessa la politica".

"Questo pezzo l'ho scritto dopo lo scandalo di 'papi', ma in realtà non era dedicato al nostro presidente del Consiglio, anche perché lui non deve fare parte della mia vita", racconta. E il premier resta fuori né più né meno di un telefonino. "Mi ero ispirata invece alla storia di imprenditore che ricattava i politici e organizzava 'cena e coperta', escort, era lo scandalo di Arzignano Veneto. Poi ovviamente ho esteso il senso, anzi si è esteso da solo, automaticamente", racconta. E i puntini degli scandali si uniscono da soli come mercurio di un termometro rotto.

"Quello che mi preoccupa e che mi ispira è l'impoverimento che stiamo affrontando nel nostro Paese. Il fatto che adesso la priorità delle nostre figlie sia fare le puttane, perché in italia non conviene più laurearsi, la cultura è bistrattata. Dicono tutti così no? Peccato che da noi i più grandi eroi dell'antimafia, Peppino Impastato per esempio, ci hanno insegnato che la cultura è la sola arma in grado di salvarci dalla mafia". Carmen Consoli non ha voglia di scherzare. Lo fa con garbo ma smette di colpo, all'improvviso diventa aria gelida. "E la cosa che mi fa più arrabbiare è pensare che oggi è meglio avere la quarta perché l'intelligenza non è più una cosa di cui vantarsi. I testi delle canzoni nascono veloci, arrivano come slogan. Se sei carina fai strada, se sei un cesso...". Poi cerca spiegazioni. "Il problema sono i genitori? Il vuoto assoluto di valori?".

"E allora questo è il momento in cui bisogna alzare la voce, se non ora quando? Mi piace molto lo slogan usato per la manifestazione delle donne", dice Carmen che da qualche mese è stata nominata ambasciatrice dell'associazione nazionale delle volontarie di Telefono Rosa. E' stata anche premiata per il testo e l'interpretazione di Mio zio (nell'album Elettra), storia di un abuso su una bambina e già vincitore del Premio Amnesty Italia 2010. "E' stata un'esperienza incredibile - racconta - sono andata in questa casa, c'erano tutte le signore dell'associazione e sono rimasta colpita dal dialogo con loro, dalle voci, dai volti, dalla forza. Mi hanno fatto vedere le terribili statistiche di violenza sulle donne e io ho raccontato la mia visione del potere dell'istruzione, che considero l'unico strumento per educare e costruire una scala di valori che abbia al primo posto una morale sana".

E' tutto legato. "Sì, se la donna non tirasse fuori la sua 'scimunitaggine' l'uomo non tirerebbe fuori la sua animalità. Ma che vuol dire, legittimiamo tutto? Invece no. Invece ci vogliono movimenti di uomini, perché anche loro devono uscire fuori a dire che non si sentono rappresentati dal bunga bunga. Ci sono stati sempre uomini di grande valore e di grande esempio. I padri, i fratelli. Tirassero fuori la voce anche loro che alla fine sono i primi a non fare una bella figura. Il video è stato girato dal regista romano Paolo Scarfò. Uomo", prosegue. E la musica, è ancora un urlo potente? "Può esserlo. E' il mercato discografico a essere in crisi, non la musica. Io spero che la crisi del disco possa fare emergere tanta più musica dal sottosuolo. Ci credo, ci spero, e vado avanti", conclude la cantantessa irrequieta. Poi lancia il telefono lontano, e manda via col vento le onde pericolose rimaste a galleggiare nel vuoto.

L'Associazione Sinistra Unita di Telese Terme ci propone un'idea interessante: colorare di rosa la toponomastica delle nostre città!

L' Associazione Sinistra Unita/Fabbrica di Nichi di Telese Terme (BN) ci ha scritto segnalandoci questa interessante iniziativa:

L' Associazione Sinistra Unita/Fabbrica di Nichi di Telese Terme (BN) ha aderito alla manifestazione “Se non ora quando” indetta per il 13 febbraio a Benevento, come in molte città italiane, per difendere la dignità e il valore della donna in seguito agli ultimi avvenimenti che vedono coinvolto il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Un appello trasversale all'indignazione che anche noi, cittadine e cittadini di Telese vogliamo accogliere in questo momento di rinascita morale e civile del nostro Comune. 
Infatti per l’occasione abbiamo anche chiesto al nostro Sindaco di individuare una “quota rosa” nella toponomastica di Telese Terme ed intitolare, per tutto il prossimo anno, almeno l’80% di strade, piazze, istituti, a donne italiane, straniere, telesine delle quali sia importante mantenere memoria coinvolgendo anche i/le cittadini/e nella scelta dei nomi.

E' una proposta molto bella, rivolta alla memoria delle donne che, ognuna nel proprio campo, ha contribuito all crescita del propio paese. Discutiamone, qui e nel  nostro gruppo Facebook